Addominoplastica: con il rassodamento, via le prominenze e l’eccesso di cute

L’addominoplastica (dermolipectomia addominale) è un’operazione di chirurgia estetica finalizzata all’eliminazione del tessuto adiposo, alla ridefinizione dei fianchi e della muscolatura addominale. Si rivolge in particolare a chi ha fatto un’operazione bariatrica, a chi si è sottoposto a una cura dimagrante severa o alle donne che hanno avuto diverse gravidanze.

L’addominoplastica, come si evince dalla parola stessa, interviene sulla zona addominale, eliminando gli inestetismi, gli accumuli di tessuto adiposo e restituendo compattezza e vigore alla parete muscolare. È altresì consigliata nel caso sia presente un’erniazione della parete addominale, qualora rappresenti un ostacolo alla deambulazione, in presenza di diastasi dei muscoli retti (donne) e addominale (uomini).

La comparsa di eccessi cutanei che si localizzano principalmente all’addome, cosce, braccia e seno (svuotamento e caduta delle mammelle) può impedire i movimenti funzionali, provocare sudorazioni eccessive e conseguenti infiammazioni della pelle, una serie di complicazioni che spesso sono la causa di crolli psicologici e stati di tensione. Per offrire una risposta efficace e risolutiva al paziente la chirurgia plastica post-bariatrica si propone di intervenire sulle varie regioni del corpo, bilanciando il calo ponderale con il rimodellamento fisico.

Nel 2019 nel mondo sono stati eseguiti oltre 900mila (924.031) interventi di addominoplastica, con un incremento del 4% rispetto al 2018. In Italia sono stati circa 20mila le procedure effettuate ed è una delle più frequenti operazioni di chirurgia estetica.

Le opzioni chirurgiche

Sono tre i principali tipi di intervento di addominoplastica: completa (standard); parziale (miniaddominoplastica); estesa (circonferenziale).

Tre schemi per l'intervento di addominoplastica

La prima procedura è suggerita per la rimozione di abbondanti quantità di tessuto adiposo e/o di pelle. Agendo su una superficie relativamente grande, consente di rimodellare con maggiore semplicità e ottimi risultati la parete muscolare addominale.

Con l’addominoplastica parziale vengono asportate limitate porzioni di tessuto adiposo e/o pelle in eccesso dalla parete addominale situata sotto la zona ombelicare.

L’addomimoplastica estesa coinvolge l’addome, i fianchi e parte della schiena: in pratica, si tratta di un ampliamento della procedura completa che va a interessare la zona lombare e i fianchi.

Chi può fare l’intervento

Il paziente sarà sottoposto agli ordinari esami clinici per valutare l’idoneità all’intervento. Si tratta di controlli preliminari per verificare che non sussistano controindicazioni, cui seguiranno suggerimenti e rigide disposizioni per poter accedere all’intervento chirurgico. Si procederà rivisitando la storia clinica del soggetto – precedenti operazioni, terapia farmacologica, presenza di allergie – poi seguiranno gli esami del sangue e delle urine, elettrocardiogramma, controlli pressori.

È inoltre necessario:

  1. Costanza del regime alimentare e stabilità dello stato nutrizionale con una conseguente stabilità del peso per i successivi 12 mesi dopo l’intervento bariatrico.
  2. Accurata e documentata storia dell’eccesso dermoadiposo (dermatocalasi/lipodistrofia addome, cosce, braccia) che viene monitorata nella cartella clinica anche con l’ausilio di fotografie delle zone specifiche.
  3. Ferma consapevolezza da parte del paziente circa i protocolli da rispettare per non vanificare gli obiettivi dell’operazione. Il soggetto deve perciò essere motivato, convinto, partecipe, soprattutto comprendere che lo scopo dell’addominoplastica non è tendere a un modello di perfezione – aspettativa irrealizzabile – bensì a un miglioramento nel suo complesso.
  4. Assenza di gravi fattori di rischio – anestesiologico e chirurgico ­ – e/o patologie concomitanti ostative all’intervento
  5. Smettere di fumare o, quanto meno, non fumare nelle 2-3 settimane che precedono l’operazione e non riprendere per la stessa durata temporale dopo l’operazione. Il consumo di alcolici deve essere moderato perché influenza la capacità di guarigione e allunga il tempo di recupero postoperatorio.
  6. Interrompere l’assunzione di farmaci antiaggreganti – tipo aspirina o similari, ivi inclusi alcuni prodotti di erboristeria che possono influire sulla pressione arteriosa – anticoaugulanti e non usare la pillola contraccettiva.

Chi non può fare l’intervento

I soggetti cardiopatici, i diabetici, le donne che vogliono avere un figlio. In quest’ultimo caso, quando la donna ha realizzato il suo desiderio di diventare mamma, allora può sottoporsi ad addominoplastica.

Sarà il team di specialisti a fare l’opportuna scrematura tra chi può fare l’operazione e chi è costretto a rimandarla o non può sostenere l’intervento. Il giudizio finale sarà pronunciato da una squadra composta da chirurghi plastici e bariatrici, endocrinologi, dietista, nutrizionista, anestesista, psicologo e, se necessario, psicanalista.

Il decorso post-operatorio

L’addominoplastica è eseguita in anestesia generale. Il paziente noterà fin dal risveglio i miglioramenti ottenuti con l’intervento.

I tempi di ricovero variano mediamente dai 2 ai 4 giorni.

Nell’arco di qualche settimana l’addome assumerà la struttura desiderata. Il giorno successivo all’intervento il paziente può alzarsi in piedi e fare qualche passo mantenendo il tronco in posizione flessa, mentre il dolore persisterà per qualche giorno. Il senso di stanchezza avvertito da molti pazienti è un sintomo normale, l’addominoplastica toglie una dose consistente di energie e ci vuole un po’ di tempo prime di recuperare appieno le forze. La convalescenza dura mediamente tre settimane ma già dopo 14 giorni il paziente potrà riprendere a svolgere le consuete attività quotidiane facendo attenzione a non affaticare il suo organismo: evitare, quindi, attività fisica intensa, sollevamento di pesi, sforzi ingenti. I tempi di recupero complessivi oscillano tra 1 e 6 mesi, dipende dal tipo di intervento effettuato, dall’età del paziente, dal rispetto delle raccomandazioni successive all’operazione.

Particolare attenzione deve essere riservata alla fase di pulizia della ferita e, come già riportato sopra, astenersi dal fumo.

Rischi e complicanze

Gonfiore e tumefazione della zona dove si è intervenuti chirurgicamente; comparsa di ematomi; dolore acuto che si protrae per un periodo superiore al consueto. Sono questi i principali effetti avversi, situazioni di lieve entità che tendono a risolversi in pochi giorni, al massimo entro qualche settimana.

Le complicanze sono manifestazioni di una rilevanza clinica maggiore. Tra queste rientrano le infezioni; sieroma (versamento sottocutaneo di linfa o siero); irritazione palese della cicatrice determinata dalla incisione operatoria; emorragie sottocutanee; più lenta rimarginazione della ferita; continuo senso di intorpidimento; necrosi dell’ombelico o del lembo addominale (fenomeno molto raro).

Nel complesso l’intervento di addominoplastica soddisfa i pazienti restituendo loro un aspetto finale gradevole che rispecchia le aspettative. In non pochi casi il cambiamento fisico è così intenso da lasciare stupefatti. I risultati ottenuti, per essere conservati nel tempo, necessitano però del rispetto di pochi ma essenziali principi: osservare una dieta equilibrata – varia e bilanciata – evitando carenze ed eccessi nutrizionali, moderare il consumo di bevande gassate ed alcoliche, esercitare regolare attività fisica senza mettere sotto stress il proprio fisico. È bene ricordare un punto essenziale: l’addominoplastica non è finalizzata al controllo del peso, bensì è una procedura che tende a rendere più omogenea la figura corporea.

Dott. Mattia Pizzi:

“Programmare un intervento chirurgico è una decisione che va assunta con cognizione. Terminata la diagnosi, paziente ed équipe medica stabiliranno insieme tempi e modi, giungendo a definire il percorso più efficace per eseguire l’operazione”.

Dott. Mattia Pizzi:

“Programmare un intervento chirurgico è una decisione che va assunta con cognizione. Terminata la diagnosi, paziente ed équipe medica stabiliranno insieme tempi e modi, giungendo a definire il percorso più efficace per eseguire l’operazione”.