Colecistectomia laparoscopica: tecnica gold standard per le patologie della colecisti

La colecisti, nota anche come cistifellea, è un organo a forma di pera (una sorta di sacca) lungo poco meno di 10 centimetri e largo 2-3 cm. posizionato sotto il fegato. È di fondamentale importanza per il regolare processo digestivo perché, immagazzinando e spingendo la bile (il liquido prodotto dal fegato) verso l’intestino, partecipa alla fase di assorbimento e aiuta a bruciare i grassi.

Il problema più frequente che colpisce l’organo è la comparsa di calcoli che, ostruendo i canali destinati al passaggio della bile (dotto cistico) e intralciandone il transito, determinano l’infezione e portano alla colecistite.

La colecistite si differenzia in acuta e cronica.

  • Colecistite acuta: è l’infiammazione della colecisti e rappresenta la conseguenza più diffusa della colelitiasi, ovvero della presenza di calcoli biliari all’interno dell’organo. Tale patologia assorbe la quasi totalità dei casi (95%).
  • Colecistite cronica: è quando si assiste a una o più recidive dell’infiammazione da un’irritazione protratta nel tempo. Febbre e frequenti coliche biliari sono le conseguenze più note.

C’è poi la colecisti alitiasica che si caratterizza per l’assenza di calcoli biliari bensì a causa di minuscoli frammenti di materiale che producono una specie di melma.

Cistifellea posizione nel corpo

Sintomi

Sono diverse le condizioni che portano ad un aumento del rischio di sviluppare una malattia della cistifellea: una alimentazione squilibrata – povera di fibre alimentari, ricca di carne rossa e di prodotti della carne trasformati come gli insaccati – consumo eccessivo di alcool, fumo, diabete, predisposizione genetica, gravidanze multiple.

Il sesso femminile è più colpito dalla colelitiasi, in particolare nella fascia d’età tra i 25 e 60 anni. I soggetti in sovrappeso, in particolare quelli obesi, rientrano nella fascia a maggior rischio per lo sviluppo di infiammazione della colecisti.

Tra i sintomi troviamo generalmente dolore persistente nella parte alta dell’addome e mal di stomaco, febbre (oltre i 38°), eccessiva sudorazione, gonfiore addominale, nausea, vomito, calo dell’appetito, ittero (pelle e occhi che tendono verso il colore giallastro), feci di colore chiaro o urine di colore scuro, stanchezza.

Nella colecistite cronica si verificano frequenti coliche e dolore che talvolta è meno accentuato e di più breve durata rispetto a quanto avviene nella colecistite acuta.

La colecisti alitiasica – patologia rara – procura un dolore molto forte nella zona superiore dell’addome.

Diagnosi

I sintomi avvertiti dal paziente troveranno conferma e saranno valutati dall’équipe medica attraverso la diagnostica per immagini. Al fine di accertare la presenza o meno di calcoli alla cistifellea l’ecografia è l’esame più affidabile e praticato, in particolare per accertare l’esistenza di calcoli biliari. Spostando la sonda sull’addome, il medico può individuare la presenza di liquidi intorno all’organo e l’ingrossamento della parete. Di frequente il soggetto esaminato avverte dolore quando la sonda insiste sulla parte superiore dell’addome.

Ecografia della colecisti
Ecografia all'addome

La TAC dell’addome viene eseguita quando vi è più di un fondato sospetto riguardo ad alcune complicanze della malattia, quali una lacerazione dell’organo o una pancreatite.

La colescintigrafia è un esame che permette di esaminare più organi – fegato, cistifellea, parte superiore dell’intestino tenue, vie biliari ­– e, oltre a essere utilizzato per diagnosticare una colecistite acuta o di natura alitiasica (priva di calcoli)offre la possibilità di monitorare la funzionalità epatica e segnalare possibili problemi al fegato. Si esegue iniettando in vena una sostanza che consente al medico di verificare se c’è qualcosa che pregiudica il buon funzionamento della cistifellea.

La colangiopancreatografia retrograda endoscopica (ERCP) è indicata per controllare le condizioni dei dotti biliari, di quello pancreatico principale e per rimuovere i calcoli biliari.

Risonanza magnetica e radiografie sono altre soluzioni a disposizione dello specialista, che possono aggiungersi agli ordinari esami del sangue e consentono di inquadrare correttamente la situazione diagnostica.

La mancata e/o tardiva diagnosi può aggravare il quadro clinico favorendo l’evolversi di complicanze gravi come la sepsi – infezione che dall’organo si estende nell’organismo – infiammazione del pancreas (pancreatite) e grave infezione dell’addome con relativa formazione di ascessi che porta alla perforazione della cistifellea. In questo caso si parla di peritonite.

Chirurgia

La colecistectomia è la procedura chirurgica più diffusa al mondo per la rimozione della colecisti, che non è un organo indispensabile e la sua asportazione non ha alcuna conseguenza sullo stato di salute del paziente.

Questa procedura è eseguita in laparoscopia, una tecnica chirurgica mininvasiva che, a differenza della laparotomia tradizionale – chirurgia a cielo aperto – consente di fare un intervento chirurgico addominale senza aprire la parete. Avvalendosi dell’approccio laparoscopico le mani del chirurgo non entrano in contatto con gli organi del paziente, la sua manualità è mediata dall’utilizzo di appositi strumenti.

L’intervento è eseguito in anestesia generale e la durata varia dai 30 ai 60 minuti. Prima di effettuare l’intervento i medici verificheranno l’esistenza dei presupposti necessari per procedere all’operazione, sottoponendo il paziente a una visita anestesiologica ed effettuando tutti gli esami del caso. È comunque opportuno comunicare al medico eventuali allergie, malattie cardiache, endocrine e polmonari.

Cistifellea schema operazione laparoscopica

La chirurgia laparoscopica è oggi considerata il trattamento più adatto per la colecisti ­ – sia per le operazioni programmate sia quando occorre intervenire in emergenza – anche nella forma acuta – colecistite – e si rivela idonea pure in presenza di complicanze dovute a patologie associate come la pancreatite e la colangite. L’intervento è suggerito in diversi casi anche per la rimozione dei “polipi” della colecisti. La colecistectomia laparoscopica dispensa i suoi vantaggi anche nei soggetti in età pediatrica.

Solo di rado si assiste a casi di conversione, ovvero prosecuzione o completamento di un intervento laparoscopico con la chirurgia laparotomica (tradizionale).

Benefici

Il vantaggio più evidente è la mancata apertura della parete addominale. Con la colecistectomia laparoscopica il chirurgo provvede a praticare 3/4 piccole incisioni sulla pelle (diametro 5 mm). Mediante delle cannule si introducono nell’addome il laparoscopio e gli strumenti operatori. All’estremità del laparoscopio viene posta una videocamera collegata a un monitor, grazie al quale il chirurgo può indagare la regione interessata. Una volta messa a fuoco la zona dove intervenire, il medico utilizzerà gli strumenti operatori per realizzare l’intervento. Al fine di rendere più agevole la visione degli organi interni, l’addome viene gonfiato con anidride carbonica, che verrà poi aspirata a operazione conclusa.         

Post-operatorio

La colecistectomia laparoscopica è eseguita in “day surgery”: l’intervento (in anestesia generale) e la dimissione avvengono nella stessa giornata. Solo in alcuni casi il paziente viene dimesso dopo 24 ore e comunque potrà riprendere a svolgere una normala attività entro 2-4 giorni.

Riguardo all’alimentazione è consigliata una dieta ricca di fibre, non fumare e non consumare alcolici. Una regolare attività fisica contribuirà a migliorare il proprio benessere.

Alcuni pazienti possono accusare forme più o meno intense di dolore, manifestazioni febbrili, vomito. In tal caso il medico provvederà a effettuare gli esami diagnostici per valutare l’entità e la natura dei fenomeni. Per quanto concerne gli eventuali rischi, con la colecistectomia laparoscopica la maggior parte dei fenomeni avversi (infezioni della ferita e delle vie urinarie, problemi cardiologici, re-intervento, lesione/perdita di bile dal condotto urinario) è inferiore all’1%. 

Dott. Mattia Pizzi:

“L’infiammazione della colecisti è una patologia in costante aumento (colpisce 1 italiano su 10) e può causare serie conseguenze che possono sfociare in problematiche complesse. È quindi opportuno non sottovalutare i sintomi”.

Dott. Mattia Pizzi:

“L’infiammazione della colecisti è una patologia in costante aumento (colpisce 1 italiano su 10) e può causare serie conseguenze che possono sfociare in problematiche complesse. È quindi opportuno non sottovalutare i sintomi”.