Infezioni, traumi, cedimento: perché si forma il laparocele

Per laparocele si intende la formazione di un’ernia su una cicatrice a seguito di una operazione di chirurgia addominale, per questo è conosciuto anche come “ernia incisionale”. Ciò avviene quando l’intervento è stato eseguito per via laparotomica – quello tradizionale, invasivo, detto open – con relativa incisione di alcuni centimetri sull’addome. In pratica, la ferita chirurgica si apre a causa della mancata cicatrizzazione della stessa.

Laparocele schema

Le cause

Il laparocele in genere si presenta con un gonfiore. Nel tempo può capitare un cedimento della parete muscolo-fasciale. Può succedere che la ferita originata dall’incisione non si è ben richiusa consentendo così la fuoriuscita del peritoneo, sottile membrana che separa gli organi interni dalla parete addominale.

Questa descritta è la causa principale che porta alla formazione del laparocele, che può insorgere anche per altre ragioni: infezioni; traumi che portano alla lesione cutanea; rilassamento delle strutture muscolari; forti e ripetuti episodi di tosse; sovrappeso e obesità; diabete; età avanzata del paziente.

Il laparocele è molto più frequente nelle grandi ferite.

Prevenzione

Osservando alcune piccole regole è possibile ridurre le possibilità di formazione del laparocele.

Innanzitutto il paziente deve assolutamente evitare di sforzare l’organismo nelle settimane successive all’intervento di chirurgia addominale fatto in passato, periodo che può essere suscettibile di variazioni prorogando il divieto per alcuni mesi. Quest’accorgimento è ancor più necessario quando la ferita è molto estesa. Inoltre occorre seguire alla lettera il programma di riabilitazione, eseguendo i relativi esercizi prescritti dallo specialista.

I sintomi

Solo di rado il soggetto avverte fastidi riconducibili a tale complicanza. In caso di esercizi fisici, lunghe passeggiate o sforzi addominali è possibile riscontrare affaticamento e qualche lieve dolore.  I segnali sono più che altro visivi, come il rigonfiamento della parte. 

La diagnosi

È sufficiente una visita medica. Lo specialista osserverà con cura il gonfiore lamentato dal paziente e la relativa associazione con la ferita scaturita dall’intervento.

La chirurgia

Se il laparocele si ingrandisce può strozzarsi, così come accade per le ernie. La crescita progressiva può rendere difficoltoso se non impossibile reintrodurre l’intestino fuoriuscito all’interno della cavità addominale. Qualora dovesse accadere un episodio del genere si procede alla chirurgia d’urgenza in quanto è a rischio la vita del paziente, soprattutto se si tratta di un anziano. 

Nei casi ordinari, e in particolare per i laparoceli di piccole e medie dimensioni, il trattamento chirurgico privilegiato è quello laparoscopico. È una tecnica mininvasiva con la quale, praticando 3-4 piccole incisioni in genere sul fianco sinistro, si introducono all’interno dell’addome gli strumenti per procedere all’intervento. All’estremità di uno di essi è posizionata una telecamera che trasmette le immagini al monitor installato in sala operatoria. Ciò rende possibile all’équipe di accedere alla cavità peritoneale, individuare le zone dove si è registrato il cedimento fasciale e procedere con precisione e sicurezza, rendendo più agevole tutte le fasi operatorie.

Il problema viene così risolto, il laparocele è ridotto e riposizionato, e nell’ultima parte dell’intervento viene inserita una rete di materiale riassorbibile per rinforzare la parete addominale, in particolare nella zona in cui si è registrato il cedimento dei tessuti.

Il decorso post-operatorio

La chirurgia mininvasiva offre ampie garanzie, riduce i tempi di ripresa delle attività lavorative così come il dolore percepito è più lieve. L’aspetto più importante, comunque, è relativo al minor tasso di infezione della ferita.

Dopo l’operazione il paziente dovrà seguire una dieta a base di liquidi. A tal proposito sono consigliati latte, succhi di frutta, yogurt e bere molta acqua. Man mano che passano i giorni potrà riprendere gradualmente a consumare pasti leggeri, privilegiando una dieta povera di grassi. È possibile mangiare carne magra frullata o tritata e pasta di piccolo taglio (farfalline, minestrine, anellini).

È consigliabile frazionare i pasti nell’arco della giornata e cucinarli in modo semplice (vapore, bollitura). Dopo 30-40 giorni sarà possibile reintrodurre gli alimenti ordinari, evitando, però, di consumarli in un unico pasto o nello stesso giorno.

L’assunzione regolare dei farmaci prescritti dal medico avvierà il paziente verso una ripresa stabile e ottimale.

Dott. Mattia Pizzi:

“Il laparocele è una complicanza chirurgica che tende a insorgere dopo diversi mesi, a volte anche anni, dall’intervento laparotomico. Più è tempestivo il trattamento e maggiore è la probabilità che il laparocele abbia una prognosi positiva”.

Dott. Mattia Pizzi:

“Il laparocele è una complicanza chirurgica che tende a insorgere dopo diversi mesi, a volte anche anni, dall’intervento laparotomico. Più è tempestivo il trattamento e maggiore è la probabilità che il laparocele abbia una prognosi positiva”.